Non ci sono recensioni
Il varicella zoster Virus (VZV) è ubiquitario in tutto il mondo. La maggior parte dei dati epidemiologici sulla varicella, proviene dai paesi ad alto reddito ove, in epoca pre-vaccinale, il 90% delle infezioni si verificava prima dell’adolescenza; si stima che in Europa in epoca pre-vaccinale si verificassero circa 5,5 milioni di casi. Sebbene sia solitamente una malattia auto-limitante, la varicella non può essere considerata una malattia infettiva banale in relazione alle complicanze ad essa correlate. Il vaccino contro il virus varicella-zoster (VZV), contenente virus vivi attenuati, è stato sviluppato agli inizi degli anni ’70 del secolo scorso ed attualmente sono disponibili sia vacci¬ni monovalenti che vaccini combinati quadrivalenti morbillo-parotite-rosolia-varicella, autorizzati per l’uso in soggetti di età ≥12 mesi. Il vaccino varicella va somministrato seguendo uno schema a due dosi sia nei nuovi nati che nei bambini più grandi, negli adolescenti e negli adulti suscettibili, compresi gli opera¬tori sanitari. Il vaccino per la varicella (monovalente o combinato quadrivalente) risponde ai requisiti richiesti di efficacia, tollerabilità e sicurezza. L’introduzione della vaccinazione estensiva in molti Paesi europei e in altre parti del mon¬do e l’implementazione dei programmi di vaccinazione hanno avuto un notevole impatto sulla salute pubblica, con calo significativo dei tassi di incidenza, ospeda¬lizzazione e mortalità. Rimangono tuttavia alcune criticità quali la necessità di migliorare la sorveglianza epidemiologica, di rendere disponibili e diffondere le conoscenze sull’impatto ottenuto dai programmi vaccinali già implementati, di comunicare al meglio rischi e benefici della vaccinazione contro la varicella per conseguire gli obiettivi preventivi auspicati e fare in modo che la varicella non rappresenti più un problema di sanità pubblica.
Sei sicuro di voler eseguire questa azione?