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Stress Evolutivo o Evoluzione Autistica
Russo
Editore
Piccin
Anno
2024
Pagine
257
ISBN
9788829935468
25,00 €
I prezzi indicati possono subire variazioni poiché soggetti all'oscillazione dei cambi delle valute e/o agli aggiornamenti effettuati dagli Editori.

Introduzione
Quarantacinque anni trascorsi come pediatra e neuropsichiatra infantile e le
relative esperienze sull’evoluzione normale nei primi tre anni di vita, sul tipo
di organizzazione precoce neuro-psicologica del bambino, sulle caratteristi-
che disfunzionali, sulle progressioni evolutive dei casi in terapia psicomo-
toria, mi hanno posto il problema del reale vissuto del bambino in rapporto
alle prime conquiste, al suo variare a seguito delle nuove acquisizioni e alle
distorsioni causate da fattori organici o ambientali.
Lo stimolo ad aff rontare i problemi del vissuto infantile è nato nel 1969
quando all’Ospedale Corberi1 di Neuropsichiatria Infantile a Limbiate ho ini-
ziato come responsabile di un reparto con 95 bambini gravi affetti da esiti
di paralisi cerebrali infantili, autismi, insufficienze mentali gravi e patologie
genetiche. La genesi delle patologie organiche aveva le sue radici in danni
precoci neonatali, in encefalopatie di varia origine, in disturbi del comporta-
mento dovuti alla lunga degenza istituzionale, ma vi erano anche gravi pato-
logie relazionali la cui genesi era difficilmente individuabile per la mancanza
d’informazioni nelle cartelle cliniche esistenti.
Il complesso articolarsi dei diversi fattori patogenetici richiedeva un’anali-
si approfondita dei dati e del vissuto, comprensione che veniva ostacolata dal
sovrapporsi e dall’intrecciarsi delle diverse componenti sopra menzionate.
L’obiettivo primario è stato conoscere in modo approfondito la progressiva
conquista delle competenze, i relativi significati biologici e in particolare il
vissuto del bambino e le sue modifiche nel percorso evolutivo. Per tale motivo
ho iniziato a impostare nel 1969 un test sull’evoluzione nei primi quattro anni
di vita (Russo R.C., 1972), suddivise in 12 settori d’indagine e in tre gruppi:
1 L’Istituto Corberi sorto nel 1962 per ospitare i minori affetti da patologie neuro-psichiche
trasferiti dal Manicomio di Monbello in una area più consona per l’infanzia e in seguito tra-
sformato in Ospedale Corberi di Neuropsichiatria Infantile.
X  STRESS EVOLUTIVO O EVOLUZIONE AUTISTICA?
motricità, competenze cognitive, relazione. Il test è stato standardizzato su
1246 bambini. Questa ricerca è stata la partenza per gli approfondimenti degli
anni successivi.
L’impegno è stato studiare le manifestazioni comportamentali nei primi tre
anni, a seguito di problematiche organiche, disfunzionali ed ambientali, tali
da determinare una situazione di stress biologico e relativo vissuto con effetti
assenti, carenti o anomali nella comunicazione ambiente-bambino.
L’interesse particolare, tramite i casi clinici, è stato lo studio delle risposte
comportamentali ad un vissuto di difficoltà a perseguire un adeguato percorso
evolutivo in rapporto alle proprie carenze o a quelle dell’ambiente.
Gli studi di Ajuriaguerra, Bergès, Bion, Bowlby, Frith, Gesell, Kanner,
Mahler, Piaget, Prechtl, Stern, Wallon, Zappella, Zazzo e tanti altri sono sta-
ti essenziali come punto iniziale di riferimento per lo studio evolutivo del
bambino, in seguito arricchito dalle mie ricerche nell’ambito psicomotorio
(Russo 1972, 1984, 1997, 2018), che mi hanno permesso di rilevare le moda-
lità atipiche di rapporto con il sociale, un diverso approccio valutativo, una
conduzione terapeutica ed educativa improntata anche sulla conoscenza dello
stile di vita e sulle dinamiche familiari, sulla interazione tra i modelli familiari
e quelli sociali.
La pluralità dei dati bibliografici a livello mondiale comunica la permanen-
za del dubbio sulla sicura genesi del disturbo di tipo autistico, spesso imputa-
to ad una anomalia genetica o a diversi geni, quasi sempre non considerando
gli effetti della possibile interazione tra una carenza biologica e il confron-
to-sostegno dell’ambiente.
Le ricerche degli ultimi cinquant’anni, con il contributo della psicologia
dell’età evolutiva, della neurofisiologia, della psicodinamica e della pedago-
gia, hanno iniziato ad allargare l’interesse sia alle caratteristiche costituziona-
li individuali, sia alle problematiche ambientali quali possibili cause di distur-
bo del processo di apprendimento e di sviluppo della socialità.
Gianmaria Benedetti nel libro La bolla dell’autismo (2020) ritiene che il
problema dell’approfondimento delle manifestazioni autistiche possa essere
stato determinato dalla difficoltà di conoscere gli aspetti ambientali e in par-
ticolare quelli relazionali.
Emidio Tribulato nel libro Bambini da liberare, una sfi da all’autismo
(2020) richiama l’importanza di conoscere:
….i vissuti interiori, i bisogni, le angosciose paure, i motivi della rabbia e
delle esplosioni di collera, nonché le possibilità e capacità di questi minori,
se si vuole riuscire ad intraprendere insieme a loro un cammino affettivo-rela-
XIINTRODUZIONE 
zionale che riesca ad affrontare e risolvere quelle problematiche psicologiche
che limitano, disturbano o bloccano lo sviluppo sociale e alterano in maniera
più o meno grave, i loro comportamenti.
L’importanza della pregnanza emotiva degli stimoli nelle prime fasi di
sviluppo potrebbe giocare un ruolo determinante nell’impronta privilegiata
nel bambino con Autismo agli stimoli ambientali (Vivanti G., Salomone E.,
2016). Questi autori aff ermano che la variabilità delle manifestazioni di tipo
autistico mette in dubbio il concetto diagnostico di Autismo.
In questi ultimi 20 anni è emerso un marcato aumento della frequenza di
diagnosi autistiche a seguito dell’applicazione di test per Autismo (CARS,
ASRS, ADOS, ADI, CHAT), spesso con una carenza di attività osservativa
del bambino durante il gioco. Autori che hanno valutato il comportamento
con l’osservazione e considerato le potenziali cause delle interazioni familiari
e sociali, hanno marcatamente ridimensionato la frequenza dei disturbi di tipo
autistico.
L’analisi delle problematiche sociali (guerre, dittature, epidemie, carenze
economiche, carestie, migrazioni, intrecci di culture, imposizioni religiose,
disastri ambientali) hanno a volte inciso e condizionato una specifica fragilità
nei primi anni di vita del bambino.
Come si evince dal titolo, l’obiettivo di questo libro è evidenziare, specie
nella fascia 12-36 mesi, alcuni tipi di manifestazione con caratteristiche che
richiamano quelle di tipo autistico in rapporto a situazioni limitanti le poten-
zialità evolutive.
Viene analizzata la sintomatologia di tipo simil autistico a seguito di Stress
Evolutivo2 e indagata l’analisi dei fattori individuali e/o ambientali ad effetto
disturbante o limitante il processo di sviluppo. Nella fascia 12-36 mesi l’e-
voluzione di tale sintomatologia può risolversi grazie a interventi adeguati o
creare il presupposto per la definizione di una sindrome di tipo autistico.
Per procedere verso una valida analisi dei dati evolutivi del bambino è
necessaria una ripresa di alcune modalità d’essere, del relativo significato
biologico in rapporto alle competenze acquisite e all’interazione con le carat-
teristiche dei modelli di riferimento.
2 Per Stress Evolutivo (Russo 2022) intendo uno stress psico-fisico di varia origine (ricoveri
prolungati, cambio della struttura familiare, alterazioni o carenze funzionali di alcune compe-
tenze, atipie di sensibilità e risposte agli stimoli ambientali, serie e improvvise carenze affet-
tive, disattenzioni verso le necessità evolutive, maltrattamenti, abusi), tale da determinare nel
bambino di 12-30 mesi una modalità caratteristica sostenuta da uno stato confusivo e di scon-
certo per l’incapacità di reperire una via di sviluppo normale della propria carica evolutiva.
XII  STRESS EVOLUTIVO O EVOLUZIONE AUTISTICA?
Il primo capitolo3 tratta l’organizzazione delle competenze del bambino, il
vissuto, relative modifiche agli stimoli ambientali e affronta gli effetti tra le
dinamiche delle due forze in gioco: l’affermazione della carica evolutiva del
bambino nei confronti del condizionamento dei modelli di riferimento.
Il secondo capitolo inizia ad aff rontare il problema delle sindromi di tipo
autistico e le loro variabili in rapporto all’ambiente, all’età d’inizio ed alla sua
modifica nei tempi successivi.
Il terzo capitolo riporta una indagine su 12 bambini diagnosticati autistici
e su 43 bambini identificati autistici ma non riconosciuti tali dall'autore come
sindrome autistica.
Il quarto capitolo aff ronta la valutazione del problema portato all’osserva-
zione e marca l’importanza di una analisi di tutti i fattori che possono avere
competenza genetica, di facilitazione o di rinforzo.
Il quinto capitolo tratta, con modalità analitiche, la situazione ed evoluzio-
ne di 11 casi autistici e di 15 casi diagnosticati autistici, ma la cui diagnosi
non è stata confermata.
Il sesto capitolo si riferisce all’intervento e sottolinea l’indispensabile ap-
proccio globale: famiglia, bambino e società (nido, scuola dell’infanzia, scuo-
la primaria).

XIIIINDICE 
Indice
1. Competenze e vissuti del bambino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
1.1 Gravidanza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
1.2 Parto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.3 Nascita e primo mese: Accettazione della nuova vita e assieme di stimoli privilegiati 4
1.4 Secondo e terzo mese: Gli organizzatori e l’orientamento all’ambiente . . . . . . . .12
1.5 Quarto - settimo mese: Possibilità di agire tramite l’oggetto. . . . . . . . . . . . . . .15
1.6 Ottavo - dodicesimo mese: Riconoscimento e tutela verso esperienze non note .19
1.7 Tredicesimo - ventiquattresimo mese: Affermazione del Sé - Spazio - Realtà . . . .25
1.8 Venticinquesimo - trentaseiesimo mese: La comunicazione verbale, l’immaginario,
la rappresentazione, la personalizzazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .49
2. Manifestazioni di tipo autistico e strutturazione autistica . . . . . 69
2.1 Storia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .69
2.2 Epidemiologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .70
2.3 Eziopatogenesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .73
2.4 Sintomi da Stress Evolutivo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .82
2.5 Sindromi di tipo autistico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .86
2.6 Dinamiche evolutive intra ed extra familiari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .94
2.7 Variabili evolutive nelle sindromi di tipo autistico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .95
3. Ricerca: lo Stress Evolutivo nella fascia 12-42 mesi . . . . . . . . . . 99
3.1 Metodo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .99
3.2 Analisi dei dati per il gruppo Autistici (Gruppo A). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103
3.3 Analisi dei dati per il gruppo Altre Patologie e Non Autismo (Gruppo B) . . . . . . 106
3.4 Analisi dei dati per il gruppo di controllo (gruppo C) . . . . . . . . . . . . . . . . . . 111
3.5 Analisi comparata dei tre gruppi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112
3.6 Conclusioni relative alla ricerca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112
4. Valutazione della problematica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .115
4.1 Valutazione delle competenze ed eventuali vissuti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 115
4.2 Caratteristiche comportamentali e motivazionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 117
4.3 Organizzazione delle informazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 120
4.4 Conoscere la storia della famiglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 126
4.5 Tipologia delle figure di riferimento evolutivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 134
4.6 Specifi ca delle dinamiche intra familiari. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 142
4.7 Potenzialità evolutive del bambino e dell’ambiente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 143
4.8 Diagnosi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 144
XIV  STRESS EVOLUTIVO O EVOLUZIONE AUTISTICA?
5. Casistica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .147
5.1 Presentazione sintetica di alcuni casi di Autismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 147
5.2 Presentazione sintetica di casi diagnosticati autistici e non confermati autistici . 180
5.3 Rifl essioni sui casi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 205
6. Intervento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .209
6.1 Presa in carico globale della problematica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 209
6.2 Breve storia della terapia dell’Autismo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 212
6.3 Premesse alla scelta dell’intervento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 215
6.4 Terapia al bambino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 217
6.5 Supporto genitoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 233
6.6 Collaborazione con le figure educative per l’infanzia . . . . . . . . . . . . . . . . . . 239
7. Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .243
8. Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .245

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