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Son passati più di trent’anni dalla prima edizione di un testo di Metodologie Biochimiche che, avendo avuto dieci ristampe, ha accompagnato alcune generazioni di studenti, nei primi passi del loro cammino e nell’affacciarsi alle esperienze in laboratorio.
Sollecitati da numerosi Colleghi, abbiamo superato la ritrosia che ci sconsigliava di intraprendere un lavoro non semplice per i grandi progressi, la rivoluzione, che le moderne tecnologie hanno portato nel campo della ricerca biochimica.
Abbiamo conservato il titolo, per avere nell’etimo “discorso sui metodi” la giustificazione a privilegiare la illustrazione dei principi su cui si basano le metodiche riferite, rispetto alla descrizione dettagliata delle stesse.
Fermamente convinti, come siamo, della necessità di un insegnamento e un apprendimento sistematico e consequenziale delle discipline fondamentali, quale premessa essenziale e insostituibile per acquisire gli strumenti appropriati a risolvere i problemi da affrontare nella vita professionale, abbiamo cercato di sottolineare il razionale sotteso al fenomeno da indagare o alla metodica da utilizzare.
Convinti ancor più che possedendone i principi si potrà più facilmente utilizzare una metodica modificandola, piegandola, adattandola per le necessità specifiche del problema che ci verrà posto.
Riteniamo importanti in quest’ottica quei capitoli introduttivi, non immediatamente correlati ad una specifica metodica, perchè consentono, richiamando nozioni e principi ben noti della chimica e della fisico-chimica, di verificare una corretta alfabetizzazione, stimolare un linguaggio appropriato e fissare concetti e definizioni.
Nei capitoli successivi la correlazione con la metodologia e con le specifiche metodiche è più diretta; la descrizione più puntuale e dettagliata di alcune metodiche rispetto ad altre è dovuta alla possibilità di darne maggior chiarimento con la esemplificazione, o alla complessità della strumentazione necessaria che condiziona e vincola l’apprendimento all’uso diretto dello strumento.
Lo sviluppo esponenziale delle tecnologie – e si pensi soltanto alla evoluzione dalla rappresentazione analogica a quella digitalica dei dati – e il più recente sviluppo delle nanotecnologie, ha reso possibile una migliore, più redditizia utilizzazione di leggi e principi noti da tempo, ma rende rapidamente desuete molte metodiche anche largamente utilizzate finora.
Abbiamo voluto per questo, comunque, sempre privilegiare i “principi”, e se sono state descritte anche metodiche ormai abbandonate lo si è fatto perché semplici e più facilmente esemplificative dei principi sottesi, sempre validi, anche per le attuali più sofisticate strumentazioni.
Ci auguriamo di aver fatto cosa utile a quanti si avviano ad avere una presenza, a vario titolo, nel vastissimo campo della biologia; se troveranno qualche riferimento, una suggestione, uno stimolo ad approfondire, ne saremo gratificati.
CARLO DE MARCO CHIARA CINI
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