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Abbuffate fuori controllo, un cibo “senza nome” ingurgitato lontano dagli occhi del mondo esterno, in uno stato quasi di trance. Emerge questo dai racconti di chi soffre di un disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating disorder), un disordine alimentare ancora poco noto (solo recentemente è stato inserito nel DSM-V) eppure tra i più diffusi, che colpisce tutte le fasce d’età e i livelli culturali, con un interessamento del mondo maschile maggiore rispetto agli altri disordini alimentari. Pochi ancora sanno riconoscere questa patologia, al punto che chi ne soffre spesso non riceve una diagnosi ed è oggetto di severi pregiudizi morali per i quali si ritiene che, in fondo, la situazione di disagio che queste persone vivono sia soltanto colpa loro. Il volume è diviso in due parti. Nella prima sono analizzati tutti gli aspetti del disturbo da alimentazione incontrollata, dalla diagnosi alla terapia, dalla patogenesi ai rischi medici, dai fattori sociali alle comorbilità psichiatriche. La seconda parte presenta il lavoro innovativo del Centro DAI di Città della Pieve, prima struttura pubblica interamente dedicata al trattamento di questo disturbo, in cui si affronta il tema dell’identità corporea del paziente con un approccio realmente “totale” che permette di dissotterrare e far riemergere, con un lavoro di tipo quasi archeologico, ciò che il paziente nasconde nella trincea del suo corpo.
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